Una significativa recensione di “E la farfalla a lungo volò” pubblicata da Riccardo Pendola su Instagram

Chiara, ragazza avvenente e spregiudicata, si diverte a volare di fiore in fiore come la farfallina tatuata sul suo fondoschiena. I suoi “fiori” saranno, nell’ordine: Simone, smanettone pieno di complessi; Adele, ragazza fragile che cerca la donna della sua vita; Corrado, imprenditore senza scrupoli che vuole sfondare in politica. Intanto, in un paese dove quel che conta è apparire sui media, qualcuno nell’ombra ordisce un attentato. È l’Italia, bellezza!
Un romanzo che induce a profonde riflessioni sulla nostra società, affrontando temi di grande rilevanza e attualità. (Tutto merito della penna di Fulvio). Le storie narrate appartengono a tre personaggi: Simone, Adele e Corrado, caratterizzati da personalità e aspirazioni profondamente differenti. A unirli, però, vi è una quarta figura, Chiara, che intraprende con i tre delle relazioni destinate a renderli dipendenti da lei. Pagina dopo pagina, si assiste all’intrecciarsi delle varie relazioni, un processo che porterà tutti e quattro a prendere decisioni complesse e a rivoluzionare le proprie vite. Ho apprezzato particolarmente come Fulvio, attraverso la figura di Chiara, sia riuscito a rappresentare, con un tocco ironico, le sfide che gli adolescenti, e non solo, si trovano ad affrontare nella nostra società. L’immagine della farfalla, tatuaggio che Chiara porta sul fondoschiena, rappresenta lo stato di libertà, il volare di fiore in fiore alla scoperta di sé stessi per poter poi trovare il proprio posto nel mondo. Sono rimasto piacevolmente colpito da questo romanzo e invito tutti a leggerlo, poiché induce a profonde riflessioni.